Il salotto rosso di Emilia Peruzzi

Al numero 14 di Borgo de’ Greci, si trovava un importante centro politico e intellettuale di Firenze Capitale: il salotto di Emilia Toscanelli. Moglie di Ubaldino Peruzzi (sindaco di Firenze e Primo ministro del Regno), Emilia fu donna intelligente e colta, dotata di curiosità intellettuale e di un’innata capacità di mettere l’ospite a proprio agio.emilia_peruzziAppartenente ad una famiglia borghese con simpatie liberali, fin da giovanetta, in seguito alla morte della madre, aveva dimostrato interesse per gli avvenimenti politici, anche per la consuetudine con filosofi e scienziati dell’università di Pisa, come Mossotti e Rosmini, che frequentavano la casa paterna; nel salotto di Palazzo Peruzzi, non troppo grande, arredato con semplicità con due divani scomodi di velluto rosso, delle sedie ed un tavolo, il lunedì Emilia, abbigliata con signorile semplicità, accoglieva gli scienziati, gli intellettuali e gli stranieri che passavano da Firenze, attratti dall’aura di antica nobiltà, di ospitalità calda unita a grande cortesia che vi aleggiava. Durante le riunioni, non si banchettava, erano banditi i discorsi di circostanza, ma si discuteva di politica, economia e cultura: sul tavolo i visitatori trovavano rosolio e biscotti ed un album in cui lasciare versi, disegni o pensieri politici. In questo salotto non era utilizzata la lingua Francese ma l’Italiano, non c’era un pianoforte per fare musica, non veniva rispettata la regola “delle 4 sedie” ( un artista, uno scienziato, un politico ed una gentildonna dovevano essere presenti per vivacizzare e variare la conversazione): si vagheggiava un’ Italia nuova prevalentemente moderata, non escludendo la possibilità di un futuro socialista. Tra i frequentatori più assidui ricordiamo Isidoro Del Lungo, politico e letterato, la poetessa Ada Negri, l’ex mazziniano Emilio Visconti Venosta, Renato Fucini, impiegato delle Belle Arti, autore di sonetti pubblicati dal Fanfulla, Ruggero Bonghi, Ministro dell’Istruzione Pubblica  dal 1874  al 1876, il poeta Giacomo Zanella, Silvio Spaventa, segretario Min. Interni; e, poi, l’antropologo Paolo Mantegazza che da deputato fu contrario alla legge sul macinato, il deputato Giovan Battista Giorgini, genero del Manzoni, lo studioso palermitano Michele Amari, l’On. Toscanelli, fratello della padrona di casa, il deputato napoletano e studioso della questione merionale Pasquale Villari, il diplomatico piemontese Cesare Alfieri, il ministro Marco Minghetti esponente della Destra che spesso assumeva posizioni critiche ed, infine, Ubaldino Peruzzi, senatore, ministro dell’Interno e dei Lavori Pubblici, più volte sindaco della città dopo il trasferimento della capitale a Firenze. “Allo svolgimento della politica del giorno si assisteva in quella casa come in una succursale del Parlamento”, scriverà Edmondo De Amicis,  giovane ufficiale piemontese di stanza a Firenze per cui Emilia corregge l’ italiano nei Bozzetti militari e del quale deve quietare gli ardori amorosi: nel libro Cuore questo autore riproporrà ai giovani alcuni temi dibattuti nel salotto Peruzzi, come l’amore per la patria, il dovere, l’ eroismo, la solidarietà sociale, l’ italianità e  la questione meridionale.

Nei mesi estivi il salotto si trasferiva nella Villa La Torre all’Antella, di proprietà della famiglia Peruzzi dal 1299: qui Emilia donna serena, espansiva e cordiale, coltivò relazioni ed amicizie per tutta la vita, armonizzando tendenze e tradizioni eterogenee e favorendo l’ incontro tra regioni e radici culturali diverse.

(Si ringrazia per il contributo la prof. Carmela Panarello del Liceo A. Gramsci)